NOI E GLI ALTRI

 NOI E GLI ALTRI



L’amicizia

 l’amicizia è un libro scritto da Francesco Alberoni nel 1986, parla del fatto che nel mondo contemporaneo non esiste più l’amicizia perché siamo tutti presi dal mercato e dall’utile economico, la politica della competizione per il potere e abbiamo poco spazio per dedicarsi a rapporti personali sinceri.

Quando qualcuno si trasferisce di solito perde anche i suoi vecchi amici, promettendosi di rivedersi ma non succede mai. In italia l’amicizia è diventata un mezzo di raccomandazione ad esempio per avere una casa in affitto o un lavoro, ci affidiamo a delle amicizie raccomandate che ormai sono fondamentali. Secondo alcuni l’amicizia negli anni perde importanza, altri invece pensano che l’amicizia possa sopravvivere ma con intimità e senza alcuna contaminazione con gli affari. 

ci sono vari significati di amicizia tra cui:

IL PRIMO: i conoscenti. Sono persone di cui sappiamo i problemi, che cosa pensano, ci rivolgiamo a loro per aiuto e li aiutiamo volentieri,  abbiamo con loro buoni rapporti però non abbiamo una profonda confidenza cioè non raccontiamo le nostre ansie più segrete. molto spesso vedendoli non ci sentiamo felici e non ci viene spontaneo di sorridere, se hanno successo o ricevono dei premi non ci sentiamo felici come se fosse successo a noi in molte amicizie di questo tipo può capitare invidia, maldicenza e antagonismo

IL SECONDO: solidarietà collettiva, in questo secondo senso non ci sono rapporti personali, ma legami collettivi come ad esempio in una guerra sono amici solo perché hanno la stessa divisa ma non sanno nulla dell’altro

IL TERZO: relazioni di ruolo, queste relazioni sono basate sull “amicizia utile”, come ad esempio colleghi di lavoro e  vicini di casa, questa amicizia dura solo fin quando serve

IL QUARTO: simpatia e amichevolezza, e questa categoria è costituita da relazioni con cui ci troviamo bene, come ad esempio  persone che ci sono simpatiche e che ammiriamo ma anche in questo caso  spesso si tratta di stati emotivi superficiali


LA SOLITUDINE 


la solitudine non è necessariamente un’esperienza negativa

Tutti hanno vissuto la solitudine, in modi e intensità diverse. Talvolta stare senza contatto con gli altri può essere piacevole soprattutto se è per nostra scelta e se possiamo tornare in contatto con gli altri.


Si può essere distanti dagli altri fisicamente oppure emotivamente

Non serve essere fisicamente isolati dagli altri per sentirsi soli: anche in un luogo dove entriamo in contatto con molte persone possiamo sentirci soli, perché siamo incapaci di entrare in relazione con gli altri. Frequentemente le persone che ne soffrono sono in una condizione economica e sociale svantaggiata ma anche una persona che gode di stima e successo può sentirsi sola, come è successo ad alcuni VIP.


La solitudine nell’adolescenza 

Nei giovani la situazione di solitudine è causata dalla difficoltà di comunicazione con i genitori e dalla scarsa accettazione da parte dei compagni e degli amici. 

La situazione peggiora quando si decide di reagire chiudendosi ancora di più. L’adolescenza, infatti, è l’età in cui le relazioni con gli altri sono frequenti, ma anche l’età dove la sensazione di solitudine è intensa. 

Le femmine sono più sensibili alla solitudine è l’affrontano attraverso la confidenza e il contatto con le amiche. 

I maschi sono più sensibili all’isolamento dal gruppo di coetanei e l’affrontano partecipando ad attività comuni.


IL BULLISMO

abbiamo visto che il conformarsi a regole e a comportamenti, in un gruppo, è fenomeno del tutto normale e anche fondamentale in ambito di tipo sociale.

le dinamiche di gruppo determinano conseguenze negative

il bullismo e il fenomeno in cui una persona viene scelta per essere maltrattata, umiliata e terrorizzata da una o più persone. questo nel particolare accade in gruppi giovanili e nelle scuole.          

In altri contesti il bullismo viene nominato diversamente per esempio : nelle caserme si chiama nonnismo, viene solitamente scelta una persona in uno stato di svantaggio 

nel bullismo entrano delle dinamiche di gruppo: la vittima è il carnefice sono i protagonisti e poi c’è il pubblico che solitamente sostiene il carnefice silenziosamente

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